A che punto siamo con il BIM? Parlano i dati OICE

Negli scorsi giorni, un po’ più tranquilli grazie alla festa dell’1 novembre, ho trovato finalmente il tempo di leggere la 33^ rilevazione sul settore delle società italiane di ingegneria – consuntivo 2016 e previsioni 2017 – realizzata da OICE in collaborazione con CER e pubblicata il 20 ottobre.

Questa indagine ci permette di fare il punto della situazione del BIM in Italia, in vista dell’approvazione del decreto attuativo che introdurrà progressivamente l’obbligo del metodo BIM negli appalti pubblici, e che abbiamo già letto nella fase di consultazione pubblica in giugno.

 OICE sta promuovendo il BIM presso i suoi associati, anche grazie ai Forum del 2016 e 2017

Prima di tutto buone notizie: il quadro generale è finalmente positivo. Dopo la lunga crisi, il 2016 ha segnato il punto di svolta, nonostante il cambio delle regole introdotto dal nuovo Codice degli appalti, ed il 2017 sta consolidando e rinforzando la crescita delle società di ingegneria e di architettura, a partire dalle più grandi.

Ne consegue una generale propensione ad investire, in particolare sul BIM.

Le imprese di più grandi dimensioni sono infine caratterizzate da una maggiore propensione ad investire, in virtù di una migliore posizione concorrenziale e della capacità di spuntare pagamenti più puntuali, sia dalla Pubblica Amministrazione che dalla committenza privata. Uno specifico approfondimento dell’Indagine ha poi consentito di verificare come l’investimento in Building Information Modellng coinvolga oltre l’80 per cento delle imprese con più 50 e più addetti, ma meno del 60 per cento delle aziende di dimensione inferiore.

In particolare, l’investimento è andato per poco più del 40% al software, ed il rimanente alla formazione, come è giusto, anzi forse è ancora poco.

Il giudizio sull’utilità del BIM è fortemente positivo: per più dell’80% è elevato o soddisfacente, solo il 16,7% lo ritiene insufficiente, tutti nelle imprese sotto i 50 addetti, che evidentemente hanno maggiori difficoltà.

Questo quadro, del resto, è stato confermato dal punto di vista dei risultati da un’altra indagine di cui ti ho scritto: l’Italian BIM Report 2016, il rapporto sugli appalti BIM banditi in Italia, che ha mostrato per il 2016 un quadro di netta crescita, soprattutto per il settore infrastrutturale.

Bene, a quanto pare il mondo dei progettisti e dei costruttori si sta muovendo in modo positivo: ora quello che è in ritardo è il decreto BIM.

Per approfondire:

Buona lettura!
Giovanni Perego