Prosegue il dibattito #OpenGeoData

Dopo la Conferenza OpenGeoData del 28 febbraio a Roma, la discussione sta proseguendo vivace sulla rete.

Prima un incontro virtuale con Giovanni Biallo ed altri sui risultati della conferenza: 700 iscritti, 400 presenza dal vivo e molti altri via Web, per la gran parte rappresentanti di enti pubblici, di università ed enti ricerca, ma anche professionisti. Tutti i materiali ed i video sono pubblicati online sul sito dell’Associazione OpenGeoData.

Poi il dibattito sui Blog: molto interessante la discussione che si è aperta a partire dall’articolo di Andrea Borruso su Tanto che puoi leggere qui.

Andrea giustamente si lamenta della scarsa qualità del dato geografico pubblicato dagli enti. Spesso mancano le informazioni sul sistema di coordinate (quante volte capitato anche a me d doverlo ritrovare per tentativi!), e sono troppo scarsi i metadati che ne descrivono i contenuti, con il risultati di ritrovarsi valanghe di informazioni, soprattutto attributi, senza capirne il significato. Cosa contiene il campo GIANCARLO? 🙂

Penso che la risposta stia prima di tutto nella formazione. Come ho scritto di getto nel mio commento all’articolo di Andrea, mi è capitato troppo spesso, quando presento le potenzialità dei software GIS e pronuncio la parola “sistema di coordinate” o peggio ancora “georeferenziazione” di vedere molti occhi sbarrati nella tipica espressione di chi pensa che non sta capendo nulla ma non osa dirlo…

Penso anche che sia necessario definire i metadati in modo pragmatico. chi ha visto le specifiche ISO per i metadati sa che fanno tremare i polsi. Ci manca solo si debba indicare il colore dei calzini di chi ha pubblicato il dato :-). Il risultato del chiedere troppo è che purtroppo le tabelle dei metadati, dove esistono, restano spesso vuote.

Infine una nota di ottimismo: mi sembra probabile che la scarsa qualità degli OpenGeoDati che Andrea ha testato sia dovuta alla convinzione, da parte di chi li pubblica, che resteranno inutilizzati, oppure, al limite, scaricati solo da una ristretta cerchia di appassionati.

Sono convinto, invece, che gli OpenGeoData abbiano un grande futuro e saranno di grande utilità ad una schiera di professionisti ed operatori, anche in settori differenti rispetto a quello tradizionale GIS. Basti pensare all’utilità di dat icome le CTR, le ortofoto, i modelli digitali di elevazione, per non parlare della nuvole di punti da laser scanner LiDAR per la progettazione di infrastrutture. Sono tutti dati già esistenti, nascosti in qualche cassetto, o meglio server ministeriale, regionale o comunale.

Penso quindi che sarà il controllo collettivo, e la coscienza che di questi dati ce n’è bisogno, e non sono più un optional, a stimolare le amministrazioni pubbliche. Sta ad ognuno di noi rompere le scatole, insomma.

Cominciamo subito, ognuno dalla propria città.
GimmiGIS

3 ping

  1. […] OpenGeoData, come già evidenziato dall’ottimo Andrea Borruso e da molti altri nel dibattito che ho riportato in questo articolo. E questo è il caso anche di DBPrior10K: unica indicazione, nella pagina da cui si scaricano i […]

  2. […] Purtroppo, nonostante l’ultima conferenza si sia tenuta a Firenze, questa non è l’unica carenza dell’Italia nell’attuazione della direttiva INSPIRE, che sta portando l’Europa nell’era della condivisione dei dati geografici di alta qualità sul Web, insieme a metadati e servizi, aprendo l’era dei dati geografici Open, noti come OpenGeoData. […]

  3. […] Bene, molte regioni e molti enti pubblici in Italia hanno intrapreso giustamente la strada degli OpenGeoData, ma se devo lavorare dove questi dati geografici liberi non esistono ancora? Oppure […]

I commenti sono disabilitati.