BIM e normative in Europa: l’Italia non è messa male

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Ho letto con grande interesse l’ultimo articolo pubblicato da Chiara c. Rizzarda, BIM e normativa in Europa: cerchiamo di essere lucidi.

Dove Chiara, con linguaggio frizzante, smentisce il luogo comune secondo cui l’Italia è sempre alla retroguardia nei processi di innovazione. Mi è piaciuto anche perchè Chiara ha adottato un approccio GIS 🙂

Come puoi vedere nella mappa che illustra l’articolo:

  • In verde pieno troviamo naturalmente la Gran Bretagna, culla del BIM, ed i paesi scandinavi, dove il BIM è reso obbligatorio da un mandato nazionale.
  • In verde pallido i paesi che si sono messi sulla buona strada, e tra questi, perbacco, figura l’Italia.
  • Seguono, con sfumature che portano verso il rosso, numerosi altri paesi, tra i quali noto le altre due grandi nazioni fondatrici dell’Unione, Francia e Germania, che rappresentano anche i due mercati più grandi per l’industria edilizia.
  • Ad Est, infine, siamo nel regno del “Non pervenuto”.

Sicuramente la buona posizione dell’Italia è legata all’importante lavoro che Parlamento e Governo stanno facendo per rilasciare il nuovo Codice degli appalti, che attendiamo per il 18 aprile. E questo è sicuramente positivo.

Ma occorre fare attenzione. Come scrive Chiara, le esperienze estere dimostrano che

… La normativa è punto d’arrivo di un processo che viene promosso dallo Stato tramite le Università, trova la risposta nella committenza (pubblica e non), raccoglie esperienza e poi ritorna, allo Stato, arricchito di tutto ciò che occorre a stilare delle linee guida, delle best practice, degli standard nazionali.

 

Bene, allora ben venga la partecipazione italiana al BIM Task Group europeo, ma una iniziativa governativa italiana non sarebbe male…

Per approfondire ti consiglio:

Intanto grazie mille Chiara!
Giovanni Perego, detto GimmiGIS

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