Ora è ufficiale.
Il decreto BIM è stato firmato dal Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, quindi dal 1^ gennaio 2019 verrà introdotto l’obbligo per le gare pubbliche superiori ai 100 milioni di richiedere l’utilizzo del metodo Building Information Modeling. Negli anni successivi la soglia dei 100 milioni andrà a scendere gradualmente, per arrivare a zero il 1^ gennaio 2025.
Penso che si tratti di un passo avanti importante, che può aiutare l’Italia a guadagnare molto terreno tra i paesi avanzati, e renderla più efficiente all’interno e più competitiva all’estero.
Detto questo, voglio ricordare quanto già scrivevo all’inizio dell’anno: il BIM rappresenta una metodologia innovativa e conveniente aldilà di qualsiasi obbligo. Anzi, l’obbligatorietà, se non viene gestita in modo opportuno, rischia di portare alla banalizzazione del tema, un’ etichetta burocratica da applicarsi.
Il BIM invece rappresenta uno strumento di innovazione delle procedure e delle tecnologie, per rendere più efficiente la progettazione ed il cantiere, per garantire la massima trasparenza e la riduzione dei costi. Aspetti indispensabili per risollevare le sorti del settore dell’edilizia e delle infrastrutture.
Tutto quindi dipende da come il nostro ecosistema gestirà questa opportunità: a partire dalle stazioni appaltanti, come giustamente ha sottolineato qui l’ingegner Pietro Baratono, presidente della commissione che ha elaborato il decreto.
Intanto grazie, ma la strada è appena cominciata: ora ognuno faccia, bene, la sua parte 🙂
Giovanni Perego