Supporto BIM alla progettazione in fase di gara: il tratto Cancello-Frasso dell’alta velocità Napoli-Bari

Ricevo e molto volentieri pubblico un’esperienza, a mio parere molto interessante, di uso del BIM in un importante progetto infrastrutturale italiano: quello dell’Alta Velocità/Alta Capacità Napoli-Bari.

Lascio quindi la parola agli autori di BIMon, che ringrazio caldamente. Buona lettura!

Come supportare la progettazione in fase di gara attraverso il BIM:
Il progetto per il tratto Cancello-Frasso della linea AV/AC Napoli – Bari

Tra gli interventi strategici previsti dalla Legge Sblocca Italia 2014, il nuovo itinerario AV/AC Napoli-Bari rappresenta un episodio significativo per l’Italia per potenziare la propria rete infrastrutturale ed agganciarsi stabilmente ai grandi circuiti logistici europei.

Dei diversi tracciati ferroviari oggetto di gara per la progettazione esecutiva e l‘esecuzione dei lavori, il tratto Cancello – Frasso Telesino si configura come caso molto interessante, per introdurre il tema del BIM a supporto della progettazione in fase di gara.

Bandita da Italferr, società di ingegneria del Gruppo Fs Italiane, per conto di Rete Ferroviaria Italiana, la gara è stata assegnata al Raggruppamento Temporaneo di Imprese, costituito da Pizzarotti, Itinera e Ghella, per un valore complessivo di circa 311 milioni di euro.

L’intervento prevede la velocizzazione e il raddoppio della linea storica già esistente, procedendo parte in affiancamento rispetto alla stessa, parte in variante.

La lunghezza totale del tracciato sarà circa pari a 16 Km, la velocità di progetto a 180 Km/h e la pendenza massima pari al 13 per mille. Saranno inoltre previste due nuove fermate (Valle di Maddaloni e Dugenta-Frasso Telesino) a servizio delle aree del Casertano, in modo da avere un collegamento diretto verso Napoli, Bari e Benevento.

Il modello BIM in fase di gara

Per gestire al meglio la complessità di tutti gli interventi richiesti, l’RTI ha deciso di utilizzare un modello BIM in fase di gara, per garantire una maggiore solidità dell’offerta, fornire una metodologia di lavoro standardizzata e analizzare le criticità dal punto di vista progettuale e costruttivo.

La società BIMon si è posta quindi come elemento di connessione tra le imprese e le società di progettazione coinvolte, verificando attraverso il BIM la fattibilità tecnica delle scelte progettuali e delle lavorazioni, simulando le varie fasi di cantiere e apportando, ove necessario, le dovute migliorie, per sviluppare un progetto integrato, verificato ed ottimizzato dal punto di vista dei tempi e dei costi.

Durante la fase iniziale è stato realizzato un modello BIM dell’intero tracciato, che si è configurato come vero e proprio contenitore di informazioni: questo ha permesso di ricevere una grandissima quantità di input e di trasformarli poi in una serie di output, che si sono rilevati cruciali per l’avanzamento del progetto.

Nello step successivo ci siamo occupati della modellazione del contesto, grazie all’utilizzo della piattaforma Autodesk InfraWorks. Abbiamo effettuato a livello preliminare delle prime analisi relative all’impatto dell’infrastruttura sull’esistente, per poi scendere ad un livello di maggior definizione attraverso Autodesk Revit. Qui abbiamo modellato ogni singolo elemento in modo parametrico, rendendolo flessibile ed adattabile alle diverse esigenze del progetto.

Abbiamo quindi simulato le fasi di cantiere attraverso Autodesk Navisworks, gestendo ed organizzando le attività di costruzione tramite il cronoprogramma dei lavori. Questo si è rivelato anche un ottimo strumento per la verifica delle interferenze: con la clash detection, infatti, abbiamo individuato le interferenze fisiche all’interno dei vari sistemi e le abbiamo risolte nel modello virtuale.

Un aspetto interessante ha riguardato inoltre la risoluzione delle interferenze di tipo temporale. Siamo stati in grado, infatti, di risolvere una serie di criticità relative alle fasi di cantiere, adottando una serie di verifiche necessarie per coordinare “a priori” le fasi di lavoro, consentendo al progetto di raggiungere un elevato livello di affidabilità e qualità.

Il modello BIM si è rivelato infine fondamentale per la redazione degli elaborati tecnici e per la creazione di documentazione utile a sevizio della gara. Render fotorealistici, video e presentazioni sono stati importantissimi per i tavoli di lavoro, semplificando la collaborazione e il dialogo tra le imprese.

Conclusioni

A partire dal 2019, il BIM in Italia sarà obbligatorio per gli appalti pubblici. Partendo da opere particolarmente complesse, al di sopra dei 100 milioni di euro, si arriverà nel 2025 ad estenderne l’utilizzo anche per opere inferiori al milione. Questo significa che, a partire dall’anno prossimo, i primi progetti coinvolti saranno certamente quelli legati al mondo delle infrastrutture e dei trasporti.

Nonostante ad oggi non ci sia ancora un linguaggio univoco riguardo la digitalizzazione dei processi nel campo dell’edilizia, e soprattutto in quello delle infrastrutture, le stazioni appaltanti come Anas e Italferr sembrano mostrarsi piuttosto reattive ai nuovi cambiamenti. Supportare una gara di appalto con la metodologia BIM, è stata una conferma e una riprova di quanto tale strumento sia fondamentale per affrontare problematiche legate a interventi complessi.

Fronteggiare i ribassi, ridurre i tempi e i costi, gestire i futuri cicli di vita delle opere e, soprattutto agire in massima trasparenza è un processo necessario a cui l’Italia non può e non deve sottrarsi.

Bene, dopo gli articoli già pubblicati sulla sperimentazione BIM dell’università di Roma Tre, e gli splendidi modelli stradali realizzati da Pietro Scaffidi, quest’anno direi che comincia bene.

Finalmente in Italia sono iniziate le applicazioni concrete di BIM per le Infrastrutture.
Avanti così!

Grazie BIMon, grazie Riccardo e Virginia, alla prossima!
Giovanni Perego