BIM obbligatorio negli appalti pubblici: quest’anno si parte, ma in che modo?


Quest’anno inizia ufficialmente un processo molto importante per la progettazione in Italia.

Il Decreto BIM stabilisce infatti che dal 1^ gennaio le gare d’appalto pubbliche per opere complesse e superiori ai 100 milioni, devono richiedere obbligatoriamente l’utilizzo dei metodi e strumenti elettronici specifici, quali quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture. Quello che per brevità definiamo BIM. 

Negli anni successivi, la soglia dei 100 milioni andrà a scendere gradualmente, per arrivare a zero il 1^ gennaio  2025.

Ma come affrontare il cambiamento in atto, in mezzo alle mille difficoltà che il settore sta già vivendo?
Ecco alcuni spunti, dal mio modesto punto di vista…

Sappiamo tutti che il processo di adozione del BIM non è veloce né facile, e che soprattutto tra le stazioni appaltanti, le prime a doversi adeguare, la situazione è ancora in divenire. Per non parlare degli studi di progettazione più piccoli, o che non hanno mai avuto occasione di lavorare all’estero.

Il primo consiglio per entrambi, Stazioni Appaltanti e studi di progettazione, è quello di avviare il processo di adozione subito, perchè il tempo rimasto è limitato e la Stazioni Appaltanti, una volta adeguatesi, possono richiedere il BIM anche al disotto la soglia obbligatoria. Da dove partire? Dalla formazione, perchè è davvero finito il tempo dell’autoapprendimento, e naturalmente dotarsi degli strumenti software adeguati, per poi procedere con il primo progetto pilota: in bocca al lupo!

Un quadro di riferimento importante sul BIM è rappresentato dalla norma UNI 11337 e per le Stazioni Appaltanti dal Manuale Europeo per l’introduzione del BIM nella P. A.  

Per quanto riguarda i professionisti, sto notando una netta crescita delle ricerche di persone qualificate nell’uso degli strumenti BIM. Io stesso vengo interpellato sempre più spesso in questo senso. Da questo punto di vista, un’ottima notizia sta nel recente rilascio, in dicembre, della parte 7 della norma UNI, relativa alla nuove figure professionali: BIM Manager, BIM Coordinator, BIM Specialist ed il nuovo CDE Manager. Sia per i professionisti giovani, che si presentano nel mercato del lavoro, sia per i professionisti con più anni alle spalle, la certificazione ICMQ è divenuta un passo molto importante, ma naturalmente deve essere preceduta da una adeguata formazione.

Infine, per sostenere l’avvio del processo stabilito dal Decreto BIM, in questi giorni sono usciti sulla rivista online Ingenio due articoli articoli importanti, che vale la pena leggere:

Bene,  a questo punto non ci resta che correre… 🙂
In bocca al BIM!
Giovanni Perego