Ecco un’intervista che mi sarebbe piaciuto molto fare.
L’ha ottimamente realizzata Francesco la Trofa e volentieri la rilancio qui.
Il processo progettuale è qualcosa di delicato e sottile. Un progetto deve essere pensato e ragionato, ripensato e riragionato. Per fare questo ci vuole il tempo, lo studio, la ricerca e sopratutto la fantasia. Se non si investe in questi aspetti, si producono anche bellissime immagini, che hanno ben poco a che fare col progetto che vorrebbero rappresentare, perché non ne conoscono l’identità.
Ho conosciuto Dionysios in occasione di SAIE a Bologna all’inizio del secolo, e negli anni successivi ho seguito con ammirazione il suo lavoro di rendering, che ha sempre presentato con grande efficacia comunicativa.
Oggi Dionysios è responsabile dell’immagine del Renzo Piano Building Workshop di Parigi. E scusa se è poco.
Nella sua intervista ci racconta i vantaggi, ma anche le difficoltà nell’utilizzo dei modelli BIM per la realizzazione dei rendering, ma soprattutto, quanto ha imparato alla scuola di Renzo Piano riguardo alla progettazione ed alla fantasia. Sì, certo la fantasia.
E poi le scelte tecnologiche, come il passaggio da Iray a Corona Renderer, e quindi, paradossalmente, dal rendering basato sulle GPU a quello basato sulle vecchie care CPU, ed infine l’utilizzo di VR, la Realtà Virtuale.
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Grazie Dionysios, grazie Francesco!
Giovanni Perego