BIM per il ciclo integrato dell’acqua ed Intelligenza Artificiale

Riprendo volentieri il tema delle potenziali applicazioni dell’Intelligenza Artificiale per la progettazione BIM.

Questo è il quarto articolo su questo tema: se ti interessa, puoi leggere anche:

Bene, oggi tratterò in particolare di progettazione BIM per il ciclo integrato dell’acqua, un settore in cui Autodesk da qualche tempo sta proponendo una soluzione molto avanzata, acquisita nel 2021 da Innovyze e sempre più integrata con le altre soluzioni come Civil 3D.

Se vuoi saperne di più su questa nuova soluzione, puoi guardare qui il mio Webinar registrato di ottobre 2023. Soprattutto la seconda parte.

Per parlarti di progettazione BIM per il ciclo integrato dell’acqua ed Intelligenza Artificiale, utilizzerò i materiali dal nuovo Blog in lingua inglese One Water Blog, che ho scoperto, con piacere, da poco.

Un primo approfondimento riguarda InfoDrainage, uno dei moduli della nuova soluzione Autodesk per il ciclo dell’acqua che contiene lo strumento Machine Learning Deluge, che fornisce la migliore risposta al posizionamento degli strumenti di controllo delle acque piovane, come le vasche di laminazione.

Qui sotto un breve video di presentazione:

Grazie a questa tecnologia, si ottengono diversi vantaggi:

  • Analisi del sito più rapida: lo strumento ML Deluge di InfoDrainage è in grado di analizzare e prevedere canalizzazioni e ristagni, consentendo un processo decisionale più informato nel processo di progettazione del drenaggio.
  • Scalabilità: lo strumento gestisce in modo efficiente diverse scale di progetto, dal piccolo residenziale al grande commerciale.
  • Stabilità del modello migliorata: gli algoritmi di apprendimento automatico non sono vulnerabili alle instabilità della modellazione idraulica poiché non vengono risolte equazioni per stabilire dove si trova l’acqua. ML Deluge si basa su modelli di individuazione che permettono un processo stabile, che garantisce agli utenti di individuare il miglior posizionamento possibile per gli strumenti di controllo delle acque piovane (SWC).
  • Progettazione iterativa: lo strumento consente modifiche iterative, interattive e in tempo reale, incoraggiando gli utenti a apportare modifiche, ottenere un feedback immediato sulla mappa delle inondazioni, comprendere l’impatto e implementare miglioramenti alla progettazione.

Un secondo approfondimento riguarda la calibrazione dei modelli idrologici che utilizziamo per simulare il comportamento dell’acqua nelle reti di fognature e di drenaggio dell’acqua.

Si tratta di un compito molto difficile, come illustrato dall’immagine sottostante, perchè è molto difficile definire tutte le fonti

L’uso di modelli di Intelligenza Artificiale, nella sua versione di Machine Learning e/o Deep Learning, permette di ridurre notevolmente il costo della calibrazione dei modelli idrologici per le reti di fognature e di drenaggio dell’acqua.

Nel video sottostante, Mel Meng di Autodesk Canada ci mostra in che modo possiamo “addestrare” i modelli grazie ad una notevole mole di dati.

E qui mi fermo e lascio la parola agli ingegneri idraulici. 🙂

Bene, come puoi vedere le prime applicazioni di Intelligenza Artificiale sono arrivate anche nel campo del ciclo integrato dell’acqua.

Alla prossima!
Giovanni Perego

Ti aspetto il 9 aprile alla BIM Conference di Milano

Apri l’agenda ed aggiungi questa data:

Martedì 9 aprile 2024 torna la storica One Team BIM Conference di Milano.

Giunta alla sua dodicesima edizione, si terrà dalle 9.00 alle 14.00 presso la sede di Assimpredil Ance in Via S. Maurilio 21 a Milano.

I posti sono limitati, prenota subito il tuo:

Il nuovo Codice degli Appalti è ormai legge, ed entrerà definitivamente in vigore fra meno di un anno.

La soglia per l’utilizzo del BIM nei bandi di gara scenderà ad 1 milione di Euro dall’1 gennaio 2025.

L’attenzione per il BIM nelle sue diverse espressioni è ormai fondamentale, per tutte le parti coinvolte nella filiera delle costruzioni.

Durante questa giornata sottolineeremo da un lato le grandi opportunità che la tecnologia sta mettendo a disposizione e dall’altro il tanto lavoro che c’è da fare per implementare una sistematica adozione all’interno delle aziende e degli enti pubblici.

Parleremo della diffusione del BIM non solo nella fase di progettazione ma anche nelle altre fasi del ciclo di vita di un’opera: pianificazione, costruzione e manutenzione.

Un altro focus sarà sull’evoluzione di leggi e norme: tratteremo del Codice degli Appalti, così come delle nuove norme UNI. Verranno presi in esame i nuovi criteri premiali per i bandi della PA e nuovi accorgimenti necessari per chi vuole provare ad aggiudicarseli.

Infine, parleremo delle nuove competenze professionali richieste all’interno delle aziende prendendo in considerazione non solo BIM Manager, ma anche figure come BIM Coordinator, BIM Specialist, CDE Manager, esperti BIM-GIS ed esperti di sostenibilità ambientale.

Ti aspettiamo!
Giovanni Perego, detto GimmiGIS

NET Engineering: il percorso verso il BIM

Oggi rilancio volentieri il post dei miei colleghi One Team sul percorso verso il BIM di NET Engineering.

Dopo quelle di ANASBrianzAcque e Regione Sardegna, ecco un’altra buona pratica dalla quale prendere spunto per la digitalizzazione dei processi di progettazione.

NET Engineering è una società di ingegneria e architettura con più di cinquant’anni di esperienza.

Nota per la cosiddetta ingegneria di sistema, trattando principalmente di infrastrutture di trasporto, strade, ferrovie, sistemi di mobilità urbana e metropolitane.

Al core business storico, da alcuni anni, l’azienda ha aggiunto un’attività legata alla rigenerazione urbana e a servizi di ingegneria per il settore industriale.

Quando parliamo di rigenerazione urbana parliamo di interventi di urbanistica che interessano aree nelle quali la componente mobilità è comunque particolarmente rilevante” sottolinea Silvia Furlan, AD dell’azienda.

Ad esempio rientrano in questa casistica gli ambiti di trasformazione degli ex scali ferroviari nelle città, attività in cui NET Engineering vanta diverse commesse vinte grazie ad un team multidisciplinare specializzato nella progettazione dei cosiddetti TOD (Transit Oriented Development).”

Mentre, sul fronte dell’industria, ci siamo specializzati a dare servizi più verticali e molto specialistici in ambito geotecnico, idraulico e ambientale ad alta complessità e valore aggiunto”.

L’avvicinamento alla metodologia BIM avviene circa nove anni fa, in concomitanza con i primi sentori di obbligatorietà per le stazioni appaltanti pubbliche.

Un vincolo che NET Engineering ha trasformato in opportunità per sperimentare un modo diverso di lavorare.

La nostra azienda ha un humus fertile rispetto a questo genere di trasformazioni, essendo costantemente alla ricerca di ciò che ci può far fare un salto di qualità in termini tecnici e competitivi.

Abbiamo cominciato a studiare, capendo presto i vantaggi che sarebbero arrivati applicando un nuovo e diverso approccio strutturato al nostro modo di fare ingegneria.

Abbiamo insomma colto un’opportunità anche per cambiare il nostro approccio al progetto: migliorandolo. Al di là del software e del singolo aspetto del progetto abbiamo focalizzato che lavorare in BIM è proprio un modo nuovo di gestire e condividere le informazioni” sottolinea Furlan.

Da qui la conseguente decisione di applicare il metodo BIM al contesto delle infrastrutture, guardando anche alle interazioni con l’ambiente nel suo complesso.

Il progetto pilota BIM, che NET Engineering ha realizzato per Strutture Trasporto Alto Adige Spa, è quello del centro intermodale di Bressanone.

Un centro di interscambio passeggeri collocato nei pressi della stazione ferroviaria, dotato delle infrastrutture necessarie (pensiline mezzi pubblici, parcheggio bici, parcheggio auto, etc.) in grado di garantire uno scambio tra mezzi di trasporto pubblico (treno, citybus, autobus) e mobilità privata, il più possibile fluido e semplice.

Per questo progetto NET Engineering si è occupata dei servizi di progettazione completi, dalla fattibilità, comprese le attività di modellazione e gestione informativa, fino alla Direzione Lavori. In particolare, oltre a essere utilizzato come strumento di efficienza e controllo del processo, il BIM è stato anche un’opportunità per agevolare il lavoro dell’impresa di costruzione.

Questo approccio, infatti, oltre a rendere più chiaro e semplice il controllo dell’avanzamento lavori ha permesso all’impresa di consegnare al cliente un modello As Built completo attraverso il quale si potrà gestire la vita utile futura dell’opera.

Visto il buon esito di questo progetto pilota, la stazione appaltante ha potuto ottenere la certificazione BIM. Da questo primo vero approccio pratico è iniziata l’avventura digitale, oggi in costante evoluzione, che ha portato NET Engineering verso sfide sempre più impegnative.  

Dal 2019 l’azienda si è impegnata nella Progettazione Esecutiva di tre tratte consecutive della linea AV Napoli-Bari, progetto altamente sostenibile che ha ottenuto la certificazione Envision.

Nel settore stradale e autostradale vale la pena ricordare il progetto per lo sviluppo della tangenziale di Vicenza.

 Il primo approccio ai processi BIM per NET Engineering è stato impegnativo, dovendo affrontare un nuovo paradigma nella progettazione, trovare modi per superare gli ostacoli e comprendere sempre più a fondo i nuovi strumenti.

Secondo Furlan “Manca ancora una piena maturità nell’uso, sia da parte dei progettisti che delle stazioni appaltanti, ma la strada è giusta ed è avviata”.

Tra i primi benefici raccolti dall’azienda, quello di disporre di uno strumento di interazione tra tutte le discipline e di condivisione delle informazioni a tutti i livelli di progettazione, così da ottenere un lavoro sempre in linea e sinergico.

Una fluidità di condivisione che rappresenta un ulteriore vantaggio nell’agevolare il dialogo e le risposte degli stakeholder.

Crediamo molto in questa modalità di lavoro perché è diventato uno strumento applicativo straordinario per fare in modo nuovo quello che facciamo da 50 anni ovvero l’ingegneria di sistema

Quello che manca” sottolinea l’AD “è una preparazione del mercato: per quanto i bandi di gara richiedano il BIM, le istituzioni mancano poi della chiarezza di intenti necessaria a sviluppare in una direzione univoca i progetti. Indecisione che implica un lavoro maggiore di progettazione”.

Furlan conclude citando il progetto BRT (Bus Rapid Transit) di Perugia aggiudicato all’inizio del 2023.

Per NET Engineering rappresenta una sfida su cui l’azienda intende investire in competenze e realizzare migliorie nei processi interni.

L’azienda conta sul supporto di One Team, non solo come fornitore di software ma anche come partner in grado di realizzare soluzioni custom partendo sia da software in uso ai progettisti che piattaforme di condivisione dati su singole o più commesse e identificare soluzioni ottimali. “È un bel modo per crescere insieme” conclude Furlan.

Sono stati richiesti a One Team supporto nella modellazione BIM, soprattutto nelle opere impiantistiche e di galleria, nonché l’affiancamento in un percorso virtuoso per rendere molto più complementari di quanto non lo siano già strumenti come BIM e GIS, permettendo a NET Engineering di ottimizzare le competenze interne.

Sul BIM, l’AD non ha ripensamenti:È qualcosa in cui crediamo nel profondo; cominciando a vedere i primi risultati, ce ne aspettiamo molti di più nel prossimo futuro”.

Per approfondire, qui puoi ascoltare l’intervista a Davide Tommasi, Program Manager & Architecture Practice Leader di NET Engineering, realizzata in occasione del convegno “Infrastrutture Digitali e Sostenibili”. che abbiamo organizzato con FERROVIENORD e NORD_ING il 5 luglio del 2023.

Bene, alla prossima!
Giovanni Perego detto GimmiGIS

Progettazione stradale BIM ed Intelligenza Artificiale

Una sperimentazione per evitare rischi di aquaplaning nei modelli stradali grazie a ChatGPT

Eccomi a te con un nuovo articolo sulle potenziali applicazioni dell’Intelligenza Artificiale per la progettazione BIM.

Questo è il terzo articolo su questo tema: se ti interessa, puoi leggere anche:

Bene, oggi tratterò in particolare di progettazione stradale BIM con Civil 3D e dell’utilizzo di ChatGPT per evitare fenomeni di aquaplaning, che possono essere molto pericolosi.

Ci presenta questa opportunità, ancora una volta, Edmundo Herrera di Autodesk con un suo video YouTube, che descrive in questo modo (la traduzione dall’inglese è mia):

Sono entusiasta di mostrare in questo video come Autodesk e ChatGPT lavorano insieme utilizzando l’intelligenza artificiale per identificare ed evitare automaticamente condizioni estremamente pericolose nella progettazione stradale, che possono causare ristagni d’acqua, e quindi fenomeni di aquaplaning nelle transizioni stradali in sopraelevazione. Questa collaborazione innovativa rappresenta il futuro della progettazione delle infrastrutture, migliorando la sicurezza dei conducenti e potenzialmente salvando vite umane.

In questo video, Edmundo progetta una strada con Civil 3D e ne calcola la soprelevazione in curva: è inevitabile che in una certa zona, la pendenza della corsia che ruota è pari a zero.

Se questa stessa strada ha un andamento altimetrico movimentato, nei raccordi verticali concavi c’è il rischio di accumulo di acqua, che naturalmente aumenta di molto se coincide con i tratti di corsia con pendenza zero di cui sopra.

La coincidenza tra sezioni con pendenza zero e raccordi verticali concavi genera il rischio di aquaplaning

Bene, come facciamo ad individuare questi tratti potenzialmente pericolosi?

Non si tratta di un’operazione facile, anche utilizzando modelli BIM tridimensionali.

Edmundo ci propone di usare ChatGPT, vediamo come:

Prima di tutto, grazie a Civil 3D, dal progetto BIM della strada genera due report:

  • Uno sulle sopraelevazioni delle curve
  • Uno sul profilo verticale della strada (che noi chiamiamo livellette).

Una volta avviato ChatGPT, carica questi due report, che vengono riconosciuti come report stradali.

Infine chiede alla chat intelligente:

  • Di estrarre dal profilo verticale le stazioni dei raccordi concavi (Low Points)
  • Di inserire queste stazioni nel report della soprelevazione
  • Di verificare se coincidono con stazioni in cui la pendenza trasversale è zero

Certo, si poteva ottenere lo stesso risultato manualmente…

Ma il tempo necessario quanto sarebbe stato?

Grazie Edmundo!

Alla prossima.
Giovanni Perego, detto GimmiGIS

Portare modelli BIM di infrastrutture in ambiente GIS

Lo stesso modello, da Civil 3D ad ArcGIS Pro: grazie ad IFC!

Ringrazio caldamente il collega Lorenzo Zorloni, GIS Application Engineer in One Team, con cui ho scritto questo articolo a quattro mani. Se vuoi seguire la stessa procedura dal punto di vista GIS, leggi qui l’articolo di Lorenzo sul Blog GIS

Da qualche tempo, il mondo OpenBIM ha introdotto una novità molto importante per chi si occupa di BIM per le infrastrutture: il nuovo formato IFC 4.3.

Si tratta della versione più recente del formato di scambio indipendente di cui ti ho scritto qui, che finalmente permette di condividere efficacemente i modelli BIM di infrastrutture tra piattaforme differenti.

Con le versioni precedenti era necessario seguire strade molto tortuose per condividere, sia in ambiente BIM che in ambiente GIS, modelli di infrastrutture.

Per esportare i modelli BIM di strade, ferrovie e sottoservizi era necessario generare dei solidi, per poi associare manualmente tutte le informazioni necessarie, prima di esportare nel formato aperto IFC.

Bene, il bello è che questa nuova versione del formato non solo vede correttamente in modelli di infrastrutture, permettendo la loro condivisione in ambiente BIM, ma è efficace anche nella condivisione dei modelli in ambiente GIS.

Quindi, Lorenzo ed io abbiamo messo alla prova due software importanti, come Autodesk Civil 3D ed ESRI ArcGIS Pro, per capire quali risultati si possono ottenere oggi nella condivisione di modelli BIM.

Per dirla tutta, sono partito da InfraWorks, con il quale ho progettato una nuova strada, comprensiva di un ponte, un tunnel e due intersezioni alle estremità, e poi ho trasferito i modelli in Civil 3D.

Ma questo è un trasferimento interno al mondo Autodesk, ormai collaudato da tempo.

Il progetto stradale in InfraWorks

Una volta ottenuto il modello in Civil 3D, l’ho esportato nel formato IFC 4.3, grazie alla nuova estensione dedicata, disponibile per le ultime versioni 2022, 2023 e 2024.

NB: puoi installare queste estensioni di Civil 3D utilizzando la piccola applicazione Autodesk Access (già nota come Autodesk App), oppure puoi scaricarle dal tuo Autodesk Account qui: per accedere, naturalmente, devi avere un Account valido.

Il progetto stradale BIM in Civil 3D 2024. In alto, i comandi dell’estensione IFC 4.3 integrati nella barra multifunzione

Nelle versioni 2022 e 2023 di Civil 3D l’estensione, una volta installata, si avvia dalla riga di comando scrivendo IFCINFRAEXPORT, mentre per la versione 2024 il comando è integrato anche nella barra multifunzione, nella scheda Componenti aggiuntivi, come puoi vedere nell’immagine precedente.

Prima di esportare la prima volta, ti consiglio di leggere l’help qui e di leggere qui come configurare i parametri IFC.

Bene, è importante ricordare che i modelli BIM esportati in IFC 4.3 contengono anche tutte le informazioni associate, e sono georeferenziati. Quindi, in ambiente GIS i modelli verranno posizionati correttamente sul territorio, ed una volta selezionati mostreranno le informazioni associate.

Una volta ottenuto il file IFC 4.3 da Civil 3D, il collega Lorenzo ha avviato ArcGIS Pro.

Per importare i modelli, basta semplicemente trascinare il file IFC nella scena tridimensionale.

Sia la strada che il ponte vengono riconosciuti e posizionati correttamente perchè ArcGIS Pro rileva automaticamente la loro georeferenziazione e legge gli attributi associati ai modelli.

Il modello BIM del ponte in ArcGIS Pro, sono visibili gli attributi di una trave

Il modello si inserisce nel contesto geografico circostante, ed interagisce con la superficie d’appoggio di default.

ESRI infatti mette a disposizione degli utenti di ArcGIS Pro i modelli digitali di elevazione di tutto il mondo. 

E fa molto piacere notare che per l’Italia ha già integrato TINItaly, il DEM Open di INGV, con risoluzione a 10 metri di cui ti ho scritto qui.

Qualora volessimo però inserire una superficie d’appoggio personalizzata, ad esempio quella di rilievo, basterà esportare la superficie di progetto contenuta nel modello IFC in una Feature Class di tipo Multipatch e convertirla in un raster con un tool dedicato.

Questa superficie potrà poi essere inserita nella sezione Ground della scena tridimensionale, diventando una delle superfici d’appoggio dei modelli BIM e dei dati GIS.

Il modello BIM contestualizzato e visualizzato in ArcGIS

Bene, un altro passo avanti nell’integrazione tra BIM e GIS.

Alla prossima!
Giovanni Perego, detto GimmiGIS

ANAS: la digitalizzazione BIM delle opere esistenti rivoluzionerà la manutenzione

Oggi voglio riprendere un’altra buona pratica BIM di One Team, dopo quelle di BrianzAcque e Regione Sardegna, che riguarda ANAS, da tempo impegnata da tempo nell’adozione del metodo BIM in tutta la sua organizzazione.

Tra l’altro, nel corso del 2021 e del 2022 ho avuto il piacere di contribuire a questo processo, formando un grande numero di collaboratori ANAS, destinati ad assumere il ruolo di BIM Specialist e BIM Coordinator per le infrastrutture.

In particolare, con questo articolo potrai conoscere come ANAS ha affrontato un aspetto molto importante del BIM, ed ancora poco approfondito: l’utilizzo dei modelli digitali BIM dell’esistente per la gestione delle manutenzioni.

L’azienda, infatti, si è posta l’obiettivo di una graduale digitalizzazione BIM di tutte le opere esistenti: il primo passo ne coinvolge 1.000, anche grazie a finanziamenti del PNRR.

Il vantaggio è quello di consentire ai manutentori di reperire facilmente tutti i dati, anche su opere di costruzione non recente, i cui documenti non erano fin qui facili da recuperare.

A partire dai classici progetti in 2D, la sperimentazione sulla digitalizzazione per la manutenzione si è svolta su tre diverse tipologie di infrastrutture:

  • Allargamento di una strada con inserimento delle nuove barriere ANAS.
  • Ammodernamento di una intersezione a raso con una rotatoria.
  • Risanamento di una galleria.

Sulle prime due tipologie, i software utilizzati hanno consentito di progettare e modellare in BIM verificando tutti i parametri previsti in riferimento alla norma: un vantaggio non da poco se si considerano i tempi più ristretti e il superamento di problematiche dovute alla conformità normativa.

Nel terzo caso, la modellazione BIM ha permesso di individuare tutti gli oggetti che compongono la galleria, sulla base dei quali sono stati poi progettati gli interventi previsti.

Altra fase importante è stata quella di archiviazione delle informazioni nel rispetto del modello dati ANAS per il monitoraggio delle opere secondo criteri già definiti dalle norme di riferimento.

La digitalizzazione delle opere esistenti cambierà lo scenario della programmazione degli interventi di manutenzione, 

I manutentori potranno fruire sia del contenuto informativo dei modelli che dei dati provenienti da rilievi o monitoraggi in qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento.

Questo consente una programmazione degli interventi sempre più adeguata e non più di tipo emergenziale.

Se in precedenza, infatti, l’individuazione delle necessità erano correlate a tecnologie e metodi che supportavano la programmazione degli interventi con tempistiche non più accettabili, oggi grazie a una più ampia informazione, all’ausilio dei modelli digitali e alle analisi predittive riguardanti le esigenze delle opere, si può programmare e intervenire in tempo utile con la conseguente ottimizzazione delle risorse.

Per Anas, un salto di qualità direttamente nel futuro.

Per la digitalizzazione, ANAS si avvale anche del prezioso supporto di One Team, l’azienda di cui faccio parte dall’anno scorso.

Un supporto a 360 gradi iniziato con un affiancamento di alcuni mesi: dall’analisi dei rilievi già eseguiti sul posto all’applicazione degli interventi sul progetto.

Alla prossima!
Giovanni Perego detto GimmiGIS

Guarda le registrazioni della One Team BIM Conference di Torino

Puoi seguire online i contenuti della conferenza

Sono già disponibili le registrazioni dell’evento di Torino del 25 gennaio:

Il nuovo Codice degli Appalti è ormai legge ed entrerà in vigore definitivamente fra meno di un anno.

Ciò vuol dire che ormai l’attenzione per il BIM nelle sue varie forme è fondamentale per tutti gli attori nella filiera delle costruzioni.

Lo scopo della giornata è stato quello di evidenziare da una parte le grandi opportunità che la tecnologia sta mettendo a disposizione e dall’altra il tanto lavoro che c’è da fare per implementare una sistematica adozione all’interno delle aziende.

Questo il programma dell’evento che puoi rivedere online:

10.00 | Andrea Perego, One Team
              
Benvenuto e inizio lavori

10.15| Riccardo Perego, One Team
              I problemi sul tappeto: criteri premiali, nuove norme e sostenibilità

10.30 | Luca Bussolino, Carlo Ratti & Associati
              
Tra bit e atomi: l’incontro del mondo fisico e digitale        

10.45 | Monica DettoriAlessandro Peretti Griva,  Studio74 e Francesca Maria UgliottiPolitecnico di Torino
              
[(f.m. + BIM ) x Sied ] = PACI 4.0 Il BIM nel DNA delle infrastrutture  

11.00 | Marta TadiottoOne Team
              
Progettare un futuro sostenibile per l’acqua: Innovyze, BIM e GIS per approcci sostenibili nella gestione del ciclo di vita delle infrastrutture

11.30 | Danilo VercellinoAlessandro PetacciaPini Swiss

              Dal tecnigrafo alla modellazione procedurale   

11.45 | Emanuele ChionettiEdoardo BarberisIPE Progetti

              Metodologie BIM per il recupero e la valorizzazione del patrimonio esistente: il caso della    Ex Caserma De Sonnaz a Torino

12.00 | Alessandra FantiniCO.GE.FA

              COGEFA goes digital – La trasformazione digitale dei cantieri!

12.15 | Tavola Rotonda:
              Moderatore: Riccardo Perego, One Team

Buona visione!
Giovanni Perego, detto GimmiGIS

Simulazione del traffico ed Intelligenza Artificiale

Oggi voglio dare seguito a due articoli di un certo successo, che ho pubblicato nel mese di gennaio:

Bene, la domanda è:

Come possiamo utilizzare l’Intelligenza Artificiale nella simulazione del traffico?

Ci risponde, anche questa volta, Edmundo Herrera di Autodesk con un magnifico video YouTube, dove mostra un esempio molto innovativo ed interessante di collaborazione tra la simulazione del traffico di Autodesk InfraWorks e ChatGPT di OpenAI.

Grazie a questa collaborazione è possibile ottenere analisi ed approfondimenti sul traffico in tempo reale, per aprire nuove strade (perdonate il gioco di parole 🙂 ) nello sviluppo urbano sostenibile.

Infatti, lo strumento di simulazione del traffico di InfraWorks è in grado di calcolare non solo i flussi, ma anche le loro emissioni (CO2, PM10, NOx e così via). Tutti questi dati, mesi a disposizione di ChatGPT permettono di ottenere immediatamente grafici sulla distribuzione degli inquinanti.

Esempio di grafici realizzati da ChatGPT utilizzando i dati di simulazione del traffico di InfraWorks

Nel video, puoi vedere come ChatGPT permette di individuare l’intervallo di tempo, oppure la via in cui l’inquinamento raggiunge il suo picco,

E di valutare il contributo all’inquinamento di ogni categoria di veicolo, rispondendo ad esempio alla domanda: quanta CO2 si risparmierebbe togliendo la categoria “Truck” dai veicoli?

Questo volta il video l’ho incorporato qui sotto perchè merita:

Buona visione!
Giovanni Perego

Simulazione del traffico e della mobilità con Autodesk InfraWorks

Ci siamo passati tutti: un ingorgo nel traffico

Oggi voglio scriverti di un tema che mi è caro, perchè la mia tesi di laurea al Politecnico di Milano fu realizzata proprio sulla simulazione del traffico in ambito urbano.

Mi ha fatto molto piacere, quindi, trovare nel mio software preferito, Autodesk InfraWorks, strumenti di che affrontano questo argomento.

In realtà, penso che pochi, finora, se ne siano accorti: InfraWorks, tra le sue numerose e belle funzionalità, contiene un ambiente molto ricco ed articolato per affrontare l’analisi e la simulazione del traffico e della mobilità.

Ne approfitto per farti sapere che puoi seguire qui il corso di InfraWorks che ho registrato sulla nostra piattaforma di e-learning chiamata TIAB, Training in a Box.

Simulazione del traffico a Parigi con InfraWorks

InfraWorks contiene questi strumenti di analisi e simulazione del traffico e della mobilità perchè ha incorporato un intero software, acquisito tempo fa da Autodesk, chiamato Commuter.

Un software che permette di modellare e simulare persone che viaggiano da un luogo all’altro in qualsiasi modo: non solo in auto, ma anche a piedi, in bicicletta, in treno, in taxi, in tram, in autobus e così via.

Oggi questo software è integrato all’interno di InfraWorks, e quindi con piacere provo ad illustrarlo.

Il punto di partenza, sta nel menu Analizza, dove sotto Trasporti sono disponibili due voci differenti:

  • Simulazione del traffico
  • Simulazione mobilità
Il menu di avvio dei due moduli per la simulazione del traffico e della mobilità

Entrambi i moduli aprono una nuova finestra, che legge le informazioni contenute nel modello di partenza e permette di gestire le informazioni sul traffico e sulla mobilità, ed effettuare le relative analisi.

  1. Simulazione del traffico:
  • Si basa sulle strade a componenti presenti nel modello, oppure in una sua parte, di cui viene richiesto di definire i confini. Se nell’area prescelta vi sono presenti solo strade di pianificazione, viene richiesto se si desidera convertirle in strade a componenti.
  • Permette di applicare alla rete stradale i flussi previsti attraverso una matrice Origine/Destinazione, di regolare le corsie e la segnaletica delle intersezioni i tempi dei semafori e così via.
  • Grazie a modelli di microsimulazione, ottiene come risultato i livelli di servizio delle strade, i tempi di percorrenza dei percorsi, le code agli incroci, i tempi di attesa e così via.
  • I risultati possono essere salvati in modo analitico, ma anche visualizzati con animazioni sul modello di InfraWorks.

Per capire meglio come funziona la simulazione del traffico con InfraWorks, guarda questo bellissimo video YouTube di Edmundo Herrera di Autodesk.

Oppure puoi guardare quest’altro ottimo video che ottimizza le code causate della chiusura di una corsia di un’autostrada, ed il bello è che utilizza dati GIS provenienti da ArcGIS: BIM e GIS per la simulazione del traffico!

Simulazione del traffico ad Atlanta

2. Simulazione della mobilità:

  • Oltre ad utilizzare le strade a componenti, questo modulo permette di definire tutti gli altri percorsi utilizzati da pedoni, biciclette e mezzi pubblici come autobus, tram e treni.
  • Attraverso modelli di microsimulazione simula tutti questi spostamenti e permette di calcolare i flussi, i tempi di percorrenza, le code, perfino la distanza tra le persone, aspetto che si è dimostrato molto utile in tempo di pandemia.
  • I risultati possono essere salvati in modo analitico, ma anche visualizzati con animazioni sul modello di InfraWorks.

Anche per la simulazione della mobilità è disponibile qui un bel video YouTube di Edmundo Herrera di Autodesk, dove vengono simulati con InfraWorks i flussi pedonali all’interno di una stazione ferroviaria progettata con Revit.

Oppure puoi guardare qui il video di simulazione della mobilità in un aeroporto.

Simulazione della mobilità pedonale in una stazione ferroviaria

Bene, se ti interessa puoi seguire qui il corso di InfraWorks che ho registrato sulla nostra piattaforma di e-learning chiamata TIAB, Training in a Box.

Clic qui se vuoi leggere altri articoli su InfraWorks in questo Blog.

Alla prossima!
Giovanni Perego, detto GimmiGIS

Le Case History di One Team georeferenziate con ArcGIS StoryMaps

In One Team, lavoriamo con molti clienti alla preparazione di progetti GIS, BIM ed MFG (in campo meccanico).

E spesso, con il consenso dei clienti interessati, questi progetti vengono presentati attraverso apposite Case History.

Ho già cominciato a presentarne alcune in questo Blog:

Ed altre ne presenterò prossimamente.

Bene, ma le Case History realizzate da One Team sono davvero numerose.

Quindi, i miei colleghi hanno pensato di georeferenziarle qui utilizzando ESRI ArcGIS StoryMaps.

In questo modo, da una parte hai la possibilità di vedere all’opera StoryMaps, una delle app di ArcGIS Online, che consente di raccontare le mappe avvalendosi sinergicamente di immagini, video, testi e molti altri strumenti.

Se vuoi saperne di più, puoi guardare qui la registrazione del Webinar dedicato ad ArcGIS StoryMaps del nostro esperto Dennis Zammarchi.

Dall’altra, hai la possibilità di navigare tra le Case History di One Team su base geografica, scegliendo tra quelle GIS, BIM ed MFG. Inoltre, puoi visualizzare le sedi di One Team in Italia e Spagna.

E buona navigazione!
Giovanni Perego detto GimmiGIS